Animali, estate: chi abbandona non ha scuse.

L’amicizia è una cosa seria. E chi abbandona non ha scuse. Nel periodo delle vacanze si rinnovano le campagne contro l’abbandono degli amici a quattro zampe. Una piaga che purtroppo prosegue ogni anno.

L’amicizia è una cosa seria. Gli animali non vanno abbandonati quando si va in vacanza. Sembrerebbe un’affermazione oltremodo banale, eppure nonostante anni di campagne di sensibilizzazione, ogni estate si rinnova la piaga di chi abbandona i propri animali domestici con l’arrivo delle vacanze. Secondo i numeri della LNDC Animal Protection, sarebbero 200 mila i cani e i gatti che ogni anno vengono lasciati a loro stessi, e si tratta solo di una stima. Ogni estate si rinnovano così le campagne contro l’abbandono e per sollecitare chi dovesse assistere a questo gesto disumano a denunciare. L’abbandono è infatti un reato. E “chi abbandona non ha scuse”, recita la campagna dell’associazione – testimonial d’eccezione Sabrina Ferilli.

La Polizia di Stato ha allora lanciato una campagna con l’hashtag #lamiciziaèunacosaseria.

“Finora nel 2023, secondo L’Ente nazionale protezione animali, sono stati abbandonati o ceduti 127 animali al giorno, fenomeno destinato a crescere nella stagione estiva e che la Polizia di Stato vuole prevenire e contrastare attraverso le proprie campagne di sensibilizzazione”. Così la Polizia, che ha lanciato un videomessaggio che invita a non abbandonare i propri amici a quattro zampe e a portarli con sé. Chi dovesse notare un animale abbandonato deve chiamare i numeri di emergenza per avvisare le Forze dell’ordine e metterlo in sicurezza.

 

Quest’anno, ancora, LNDC Animal Protection lancia un messaggio chiaro e forte contro l’abbandono degli animali grazie a una testimonial d’eccezione, l’attrice Sabrina Ferilli, che ha prestato voce e immagine per lanciare un importante messaggio: tutti i cittadini che assistono a un abbandono, o che trovano un animale abbandonato, devono segnalare immediatamente il fatto alle Forze dell’Ordine. Abbandonare un amico a quattro zampe è un gesto crudele e un reato.

“Ancora oggi, nel 2023, nonostante le tante campagne di sensibilizzazione portate avanti negli anni, l’abbandono di animali continua a essere una piaga che affligge tutta l’Italia e che nel periodo estivo si fa ancora più intenso – ricorda LNDC – Sono quasi 200mila i cani e gatti che ogni anno vengono lasciati a loro stessi, dopo aver passato una vita in casa e aver creato dei legami che per loro sono indissolubili. I numeri sono stimati, perché purtroppo i dati ufficiali provenienti dal Ministero della Salute si devono considerare soltanto parziali visto che è possibile conteggiare soltanto quelli che accedono ai canili sanitari (oltre 72mila cani) e ai canili rifugio (circa 30mila cani), oltre ai quasi 80mila gatti sterilizzati dalle strutture sanitarie pubbliche nello scorso anno. A questi numeri vanno aggiunti purtroppo tutti quegli animali che nei canili e nei rifugi non ci arrivano proprio, perché ritrovati morti a seguito di incidenti stradali o per mancanza di cibo e acqua e sono ancora tantissimi”.

«Innanzitutto è bene ricordare che abbandonare un animale è un reato previsto dall’art. 727 del Codice Penale e prevede l’arresto fino a un anno o un’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Pene a dir poco irrisorie che infatti non rappresentano un vero deterrente e di cui chiediamo da anni l’inasprimento – afferma la presidente LNDC Animal Protection Piera Rosati – Oltre a questo, chi abbandona un animale spesso pensa di restare impunito perché purtroppo c’è ancora tanta omertà e indifferenza davanti a un gesto del genere, che non viene denunciato tempestivamente e dettagliatamente come invece dovrebbe essere».

«Abbandonare un animale – prosegue Rosati – significa spesso condannarlo a morte, perché incapace di sopravvivere non essendo abituato ai pericoli della strada e non essendo abituato a procurarsi cibo da solo. I nostri amici animali si affidano completamente a noi e l’abbandono per loro rappresenta un tradimento dal quale spesso non riescono a riprendersi del tutto. Non c’è niente che possa giustificare un gesto di questa gravità».