Istat

L’Istat conferma l’aumento dei prezzi al consumo, registrando a febbraio una crescita del +1,5%, il tasso più elevato da marzo 2013.

Con l’inflazione a questo livello, in termini annui, le ricadute sui prezzi ammonteranno a +444 Euro annui a famiglia.

Ad allarmare è la crescita del carrello della spesa, vale a dire i prodotti con maggiore frequenza di acquisto da parte delle famiglie: il tasso sale al +3,1% (aumento top da 8 anni) ed equivale ad un aggravio si +173,60 Euro annui a famiglia.

Ad incidere su questa impennata contribuiscono gli aumenti dell’ortofrutta che abbiamo denunciato nelle scorse settimane, nonché quello dei carburanti (che incidono in maniera determinante sui prezzi dal momento che i beni di consumo sono trasportati per l’86% su gomma), delle autostrade e dei costi di energia elettrica e gas.

Questo andamento non fa altro che aggravare le condizioni altalenanti del nostro sistema economico, a cui mancano ancora i presupposti stabili su cui fondare la ripresa.

È fondamentale, in questo momento, agire con determinazione per allontanare lo spettro della stagflazione.

La produzione è infatti ancora troppo timida e incerta, mentre l’inflazione è tornata a balzare in avanti.

Alla luce di tale andamento è prioritaria un’azione del Governo volta da un lato al rilancio dell’occupazione, dall’altro al monitoraggio ed al contenimento dei prezzi, con un occhio particolare ai costi energetici. Un tasso di inflazione elevato penalizza soprattutto i redditi più bassi, comprimendo la domanda.

Come sosteniamo da sempre la ripresa occupazionale consentirebbe una redistribuzione dei redditi indispensabile a dare nuovo ossigeno alle famiglie ed a far ripartire la domanda interna che langue da anni (basti pensare che dal 2012 ad oggi i consumi delle famiglie hanno registrato una diminuzione pari al -10,8%, che equivale ad una minore spesa di circa 76,7 miliardi di Euro).

Il nostro Osservatorio Nazionale ha calcolato che se la disoccupazione tornasse al 6% (livello ancora elevato a nostro avviso), il potere di acquisto delle famiglie aumenterebbe di 40 miliardi di Euro l’anno.

Per questo è necessario che il Governo agisca con urgenza, stanziando le risorse opportune per rimettere in moto la crescita, attraverso l’incentivazione della ricerca e dello sviluppo tecnologico, la realizzazione di opere di modernizzazione delle infrastrutture e di un piano di messa in sicurezza antisismica, nonché l’attuazione di un serio programma per valorizzare e riqualificare l’offerta turistica, vero patrimonio del nostro Paese.

Si tratta di una priorità dettata non solo da esigenze economiche, ma da una necessità in termini etici e sociali. Dare lavoro ai giovani significa costruire un futuro per il Paese. Significa aprirsi ad una prospettiva ampia e lungimirante, proiettata verso la fuoriuscita dalla lunga crisi che ancora opprime le famiglie.