Istruzione, si allarga il divario con l’Europa. E la pandemia aumenta le disuguaglianze.

Il divario dell’Italia con l’Europa in materia di istruzione continua ad allargarsi. Ci sono ancora pochi bambini che vanno al nido, meno di uno su tre. Ci sono pochi studenti che arrivano alla laurea: una media del 27,9% a fronte della media europea del 42,1%.

La pandemia ha reso più forti le disuguaglianze in materia di istruzione. La didattica a distanza non è riuscita ad arrivare a tutti. Ha lasciato fuori l’8% degli studenti. Il 23% fra gli alunni con disabilità.

 I dati dell’Istat sull’istruzione in Italia vengono dal Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) . Nella mole di dati, che offrono una lettura del benessere nei suoi diversi indicatori (salute, lavoro, relazioni sociali, patrimonio culturale, ambiente e tanto altro ancora) c’è anche il focus sull’istruzione. Che aggiornato alla luce della pandemia, evidenzia come l’Italia sia ancora in ritardo.

Troppi fattori pesano e non danno ai giovani uguali opportunità. E la pandemia ha accentuato le disuguaglianze.

In Italia, nonostante i miglioramenti conseguiti nell’ultimo decennio, non si è ancora in grado di offrire a tutti i giovani le stesse opportunità per un’educazione adeguata – scrive l’Istat – Il livello di istruzione e di competenze che i giovani riescono a raggiungere dipende ancora in larga misura dall’estrazione sociale, dal contesto socio-economico e dal territorio in cui si vive. La pandemia del 2020, con la conseguente chiusura degli istituti scolastici e universitari e lo spostamento verso la didattica a distanza, o integrata, ha acuito le disuguaglianze.

I bambini iscritti al nido sono aumentati nel tempo, passando dal 15,4% nel triennio 2008-2010 al 28,2% nel 2018-2020. Questo dato rimane ancora distante dall’obiettivo del 33% fissato a livello europeo per il 2010. Dopo dieci anni non è stato ancora raggiunto.

Continua ad allargarsi il divario con l’Europa sull’istruzione.

Nel secondo trimestre il 62,6% delle persone di 25-64 anni ha almeno il diploma superiore (54,8% nel 2010) ma questo dato è inferiore del 16% rispetto alla media europea, che si attesta al 79%.

Fra giovani di 30-34 anni il 27,9% ha un titolo universitario o terziario (19,8% nel 2010) contro il 42,1% della media Ue27.

Nel secondo trimestre 2020, evidenzia l’Istat sale al 23,9% la quota di giovani di 15-29 anni che non studiano e non lavorano (NEET).

 Nel 2020 il percorso scolastico dei ragazzi ha subito una delle più profonde e improvvise trasformazioni, passando da una didattica totalmente in presenza a una a distanza per gli ultimi mesi dell’anno scolastico 2019/20 e a una didattica mista (prevalentemente a distanza per i ragazzi delle scuole superiori di secondo grado) nei primi mesi dell’anno scolastico 2020/21.

La didattica a distanza non ha raggiunto tutti.

L’indagine Istat sull’integrazione degli alunni con disabilità nella scuola statale e non statale, cui hanno risposto nell’anno scolastico 2019/20, ha evidenziato come gli istituti si siano attrezzati in varie forme di didattica a distanza ma, nonostante gli sforzi di dirigenti, docenti e famiglie, l’8% dei bambini e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado è rimasto escluso da una qualsiasi forma di didattica a distanza e non ha preso parte alle video-lezioni con il gruppo classe. Tale quota sale al 23% tra gli alunni con disabilità.

La didattica a distanza si è scontrata inoltre con le difficoltà nelle competenze digitali della popolazione italiana, che presenta una delle situazioni peggiori in Europa. Sono ancora pochi i cittadini che hanno una buona competenza digitale.