DDL CONCORRENZA: i consumatori scrivono al presidente del Consiglio

DDL CONCORRENZA: i consumatori scrivono al presidente del Consiglio

Appello a Gentiloni: no alla fine del mercato tutelato

 Chi non sceglie il fornitore pagherà il 20/30% in più

 

Le associazioni dei consumatori Acqua, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Assoutenti, Codacons, Codici, CTCU, Federazione Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Unione Nazionale Consumatori hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per esprimere grande preoccupazione sul ddl concorrenza.

In particolare, le associazioni, ritenendo “inaccettabile e pericolosa la possibilità che il ddl concorrenza venga approvato nell’attuale stesura“, propongono, anche a fronte dell’ipotesi che il Governo ponga il voto di fiducia, di stralciare dal provvedimento gli articoli relativi alla soppressione del mercato tutelato, prevista a partire dal 1° luglio 2018.

I rappresentanti dei consumatori, inoltre, denunciano il “destino diabolico” per i milioni di famiglie del mercato tutelato, attualmente 24 milioni, che al 1° luglio 2018 non avranno scelto il nuovo fornitore del mercato libero: “verranno inquadrati d’imperio nel servizio di salvaguardia e gli verrà applicato, di conseguenza, un prezzo di elettricità e gas del 20/30% superiore a quello sinora pagato nel mercato tutelato“.

Infine, nessuna tutela “per i c.d. clienti vulnerabili, per i quali la stessa Commissione europea esprime la necessità che siano previsti particolari strumenti di tutela“.

Circa l’80% dei volumi di vendita dei consumatori domestici – si legge nella lettera – sono appannaggio dei primi 4 gruppi societari italiani, tutti verticalmente integrati. Pertanto la concentrazione del mercato retail in pochi operatori verticalmente integrati, anziché produrre una maggiore concorrenza, produrrà un consolidamento di una situazione sostanzialmente monopolistica, con la inevitabile conseguenza di provocare un aumento dei prezzi dell’elettricità e del gas per i clienti domestici”.

Anche la cessazione dell’attività dell’Acquirente Unico, invece di “rappresentare un elemento di maggiore liberalizzazione, determinerebbe l’eliminazione di un importante concorrente nel mercato elettrico e quindi una grave regressione della concorrenza”.

Per contenere l’aumento dei prezzi, infine, non sarà sufficiente l’attività di vigilanza e sanzionatoria dell’Autorità per l’energia e dell’Antitrust, dato che “il loro eventuale intervento non potrà che avvenire dopo che gli aumenti si saranno verificati, cioè quando i consumatori i danni li avranno già subiti“.