Energia: in vista un’impennata dei costi da ottobre. +110 Euro annui per l’elettricità e +281 Euro per il gas.

Urgente un intervento del Governo su tasse, oneri di sistema, sviluppo delle rinnovabili.

 

Destano forte allarme le stime di rincaro dei prodotti energetici, soprattutto per quanto riguarda gas ed elettricità.

Stando alle stime dell’Enea, infatti, i fattori climatici, l’incremento del PIL e della produzione industriale hanno determinato una impennata nella domanda di energia, nonché delle emissioni di anidride carbonica. Si parla di una crescita inaudita: +30% per il gas e +20% per l’elettricità. Che si sommano ai già forti aumenti registrati nel corso dell’anno e superano le previsioni, già estremamente negative, della stangata che le famiglie subiranno in autunno.

Si tratta di un dato che, se il Governo non interverrà per calmierare, avrà ripercussioni disastrose per i cittadini, costretti non solo a fare i conti con l’aumento delle proprie bollette, ma anche con il rincaro generalizzato dei prezzi dovuto all’aumento dei costi di produzione e di trasporto.

Un andamento che si traduce, in termini diretti, in un aggravio di +110 Euro annui per l’energia elettrica e +281 Euro annui per il gas.

Nemmeno i carburanti smettono la loro corsa, anche se in questo caso l’aumento del costo della materia prima incide solo in maniera parziale sul prezzo finale, composto in larga parte da accise e tasse. Sul fronte della benzina il rincaro, in termini annui, sarebbe di circa 58 Euro annui.

Le ricadute indirette, dovute all’aumento dei prezzi determinato dai rincari dei costi di produzione e trasporto, ammontano invece a circa +42 Euro annui per i carburanti e +178,80 Euro annui per gli altri costi energetici.

Se tali stime venissero confermate, gli aumenti a carico di una famiglia, in termini annui, potrebbero attestarsi complessivamente a +669,80 Euro annui.

Cifre improponibili, che non solo risultano in evidente contrasto con la situazione di forte difficoltà che ancora interessa molte famiglie alla luce delle ripercussioni della pandemia, ma che andrebbero ad aggravare il fenomeno della povertà energetica già ampiamente diffuso nel nostro Paese.

Ecco perché si rende ormai improrogabile un intervento normativo da parte del Governo per riformare, una volta per tutte, il sistema di tassazione sui beni energetici.

La fase di grave tensione sui costi dell’energia, che avviene in un contesto di piena transizione energetica, pone più che mai l’accento sulla necessità di aprire una nuova era nelle politiche energetiche fondata su tre punti: riforma fiscale, istituzione di un albo delle società che vendono energia elettrica e gas (in base a parametri di correttezza e sostenibilità ambientale), incentivi reali, concreti, fruibili, per chi produce o acquista energia da fonti rinnovabili (attraverso un concreto sviluppo delle comunità energetiche, nonché l’avvio di monitoraggi e controlli nei confronti delle aziende che utilizzano l’energia green solo per farsi pubblicità).