Finanze personali intaccate dalla pandemia per oltre la metà degli europei (ma per il 76% degli italiani).

Per la maggioranza degli italiani la pandemia ha avuto (45%) o avrà (31%) un impatto sulle finanze personali. A livello europeo il dato è del 57%. L’ultimo sondaggio Eurobarometro

Le finanze personali risentiranno della pandemia da coronavirus. Quando già non siano state scalfite dal virus e dalle sue conseguenze economiche. Più della metà degli europei afferma che la pandemia ha avuto o avrà un impatto sulle finanze personali (un dato che arriva al 57% nella media europea). In Italia, però, l’impatto della pandemia sulle finanze personali si delinea più forte.

Oltre sette italiani su dieci affermano che la pandemia ha avuto o avrà un impatto sulle finanze personali: il 76%, frutto della somma fra quasi metà dei connazionali che dichiara di aver già subito le conseguenze della pandemia e un altro terzo che le prevede per il futuro.

È uno dei principali risultati di un nuovo sondaggio Eurobarometro, commissionato dal Parlamento europeo, condotto con oltre 26 mila interviste fra marzo e aprile 2021, che mostra l’impatto della pandemia da Covid-19 sulla vita personale e sulla situazione finanziaria dei cittadini.

Otto intervistati su dieci a livello europeo, sintetizza il Parlamento europeo, sono al corrente di cosa sta facendo l’Ue per affrontare le conseguenze della pandemia, mentre i cittadini mettono la salute pubblica, la lotta alla povertà, il sostegno all’economia e all’occupazione e la lotta ai cambiamenti climatici in cima alle loro priorità per il Parlamento europeo.

Nel complesso il sondaggio indica un generale sostegno alla Ue (in media, quasi un cittadino europeo su due, il 48%, vede positivamente l’Ue mentre il 35% ha un’immagine neutra e il 17% esprime un’opinione negativa) e il consenso sul fatto che le sfide come la pandemia di COVID-19 siano affrontate più efficacemente a livello europeo.

Più della metà degli europei ha percepito o prevede un impatto del Covid-19 sulle finanze personali. Questo il dato in media europea, che si fa però più marcato quando si guarda ai confini nazionali.

Alla fine del primo trimestre 2021, dice il sondaggio, il 31% degli europei ha visto la propria situazione finanziaria personale colpita negativamente dalla pandemia, mentre il 26% si aspetta che ciò si verifichi nel prossimo futuro. A livello UE, si ottiene così una maggioranza complessiva del 57%. Che per l’Italia sale però fino al 76%.

«In Italia, l’impatto finanziario della pandemia è percepito in maniera più forte, con il 45% che afferma di averne già subito gli effetti e il 31% che prevede di subirne in futuro. Solo il 23% (rispetto alla media Ue del 42%) afferma che il proprio reddito non sarà toccato dal Covid».

Otto europei su dieci sono consapevoli che l’Unione europea si è impegnata nel contrasto alla pandemia, ma solo il 48% conosce quali siano le misure attuate e poco meno della metà le approva.

«Il 48% dei cittadini UE che ne è al corrente si dichiara soddisfatto delle misure, mentre il 50% non lo è. Allo stesso modo, solo il 44% dei cittadini dell’UE è soddisfatto del grado di solidarietà interna tra gli Stati membri nel combattere la pandemia. In Italia, il livello di soddisfazione per le azioni intraprese dall’UE è più o meno lo stesso della media Ue, con il 48% che si dice soddisfatto, mentre il 51% non lo è».

Quali sono le priorità dell’Unione in pandemia e dopo? La ricerca sui vaccini, l’accesso alle cure e competenze più accentuate in caso di crisi.

Nel dettaglio, per il sondaggio Eurobarometro «il 76% degli italiani vuole che l’UE acquisisca maggiori competenze per affrontare le crisi come la pandemia di Covid-19, mentre il 22% si trova in disaccordo. Una percentuale di favorevoli decisamente alta, anche se in leggero calo rispetto al sondaggio del 2020 (meno 4 punti percentuali). A livello UE, la percentuale dei favorevoli a maggiori competenze è leggermente più bassa (74%)».

Alla domanda su quali siano gli aspetti su cui l’Ue dovrebbe dare priorità nell’affrontare la pandemia, gli europei identificano come più importante il rapido accesso a vaccini sicuri ed efficaci per tutti i cittadini dell’Ue (39%). Questo rappresenta la seconda priorità per gli intervistati italiani, con più o meno la stessa percentuale pari al 37%.

Per l’Italia, la prima priorità per l’azione dell’UE è quella di aumentare le risorse per lo sviluppo di trattamenti e vaccini (39%, contro il 29% a livello Ue). La terza priorità italiana, anche qui con percentuali decisamente più alte della media Ue, è rappresentata dallo sviluppo di una politica sanitaria europea (34% rispetto al 25% della media Ue). Le altre priorità sono: stabilire una strategia di crisi europea (28% a livello Ue, 23% in Italia) e sostenere l’accesso universale ai vaccini (25% in Italia, 23% in Ue).