Piani individuali di risparmio (Pir), online la guida Abi-Consumatori.

È online la guida realizzata dall’Abi insieme alle associazioni dei consumatori sui Piani individuali di risparmio (Pir). 

Investire il risparmio a sostegno delle imprese. I Piani individuali di risparmio (Pir) sono forme di investimento di medio-lungo periodo in strumenti finanziari di imprese che, al ricorrere di alcuni requisiti di legge,  consentono ai sottoscrittori di ottenere importanti benefici fiscali.

L’obiettivo dei Piani individuali di risparmio è quello di favorire la crescita dell’economia indirizzando il risparmio verso i settori produttivi e usufruendo di importanti benefici fiscali.

Alle principali caratteristiche e novità dei Pir è dedicata la nuova infografica dell’Abi in collaborazione con le banche e le Associazioni dei consumatori che aderiscono al Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU), realizzata con l’obiettivo di favorire i cittadini nella comprensione di questa forma di investimento a medio lungo termine, pensata in particolare per sostenere le piccole e medie imprese.

L’infografica è in formato digitale ed è disponibile online sul sito dell’Abi nella pagina dedicata (questo il link). Per la sua più ampia diffusione, questo nuovo strumento diretto alla clientela è già a disposizione delle banche e delle Associazioni dei consumatori che hanno collaborato all’iniziativa (ACU, Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Asso-Consum, Assoutenti, Casa del Consumatore, Centro Tutela Consumatori Utenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, U.Di.Con, UNC).

Possono investire in Pir persone fisiche fiscalmente residenti in Italia che non detengano contemporaneamente più di un Pir e non lo condividano con altre persone fisiche. L’investimento in Pir è stato esteso anche agli enti di previdenza obbligatoria e alle forme di previdenza complementare.

I Pir possono investire in diversi strumenti finanziari emessi dalle imprese (azioni e obbligazioni), ma anche quote di fondi di investimento e conti correnti bancari, purché vengano rispettati i requisiti previsti dalla normativa nella composizione dei portafogli, nei limiti dell’investimento e nei tempi di detenzione.

I requisiti necessari per usufruire dei benefici fiscali.

L’investimento non deve superare 30.000 euro annui e 150.000 euro complessivi, con una durata di almeno 5 anni. Inoltre: non più del 10% del portafoglio può essere investito in strumenti emessi dallo stesso emittente; almeno il 70% del patrimonio deve essere investito in azioni e obbligazioni emesse da aziende italiane o europee con stabile organizzazione in Italia; di tale quota, almeno il 25 % deve essere investito in strumenti finanziari di imprese non presenti nell’indice FTSE MIB e almeno il 5% in titoli emessi da imprese diverse da quelle inserite nei panieri FTSEMib e FTSEMid Cap, quindi in piccole e piccolissime imprese.

Il beneficio fiscale consiste nell’esenzione dalle imposte sulle rendite finanziarie generate dall’investimento (generalmente tassate al 12,5% o al 26%) e dalle imposte di successione sull’investimento, senza vincoli specifici legati all’età dell’intestatario del piano.

Disinvestimento anticipato, in caso di disinvestimento del PIR entro i 5 anni, verrà meno l’agevolazione fiscale e andranno versate le imposte in misura ordinaria. L’aliquota applicabile sarà quella in vigore al momento della percezione dei proventi, poiché questo è il momento rilevante ai fini dell’imposizione. L’imposta dovrà essere versata unitamente agli interessi dovuti per il ritardato pagamento.

Introdotti nel 2020, sono stati pensati per indirizzare il risparmio privato verso piccole e medie imprese non quotate particolarmente esposte alle conseguenze della pandemia da Covid-19. Possono essere detenuti da uno stesso risparmiatore in aggiunta ad un PIR tradizionale; sono prodotti finanziari con soglie di investimento più elevate e vincoli di investimento diversi rispetto a quelli tradizionali, con i quali hanno in comune l’esenzione fiscale sui rendimenti finanziari (sempre purché l’investimento sia mantenuto per almeno cinque anni). Per quanto riguarda le soglie, nei PIR alternativi è possibile investire fino a 300.000 euro ogni anno fino al raggiungimento del tetto di 1,5 milioni di euro.