Nessun adeguamento delle pensioni.

Non ci saranno adeguamenti alle pensioni nel 2017. A definirlo è l’Inps che, in una circolare, spiega come il decreto del ministero dell’Economia “stabilisce che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2016 è determinata in misura pari a 0,0 dal 1° gennaio 2017, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo”.

Pertanto, si legge, “i valori provvisori dell’anno 2017 sono identici a quelli definitivi dell’anno 2016”. Dunque “le pensioni, gli assegni vitalizi, gli assegni e le pensioni sociali sono stati quindi posti in pagamento nello stesso importo di dicembre 2016”, chiarisce il documento. Per il trattamento minimo per i lavoratori dipendenti e autonomi – che viene preso come base anche per l’individuazione dei limiti di riconoscimento delle prestazioni collegate al reddito – il valore riportato nella tabella dell’Inps è a 501,89 euro mensili, per un importo annuo di 6.524,57 euro.

Intanto il ministero del Lavoro fa sapere che non ci sarà recupero del differenziale sulle pensioni rispetto all’inflazione registrata anche nel 2017. “In riferimento al recupero del differenziale negativo dello 0,1% sulle pensioni a fronte dell’inflazione più bassa registrata nel 2015 rispetto a quella prevista”, il ministero informa di aver predisposto “un emendamento al decreto Milleproroghe con il quale si prevede di prorogare al 2017 la norma che ha consentito di non procedere al recupero nel corso del 2016”.

Altra novità spiacevole per milioni di pensionati (ma grazie a una norma del Milleproroghe da febbraio si torna al primo giorno bancabile). A gennaio, invece, la pensione per milioni di italiani è stata pagata con un giorno di ritardo. Lo rende noto l’Inps con una nota in applicazione del decreto 65/2015. L’Inps aveva previsto – non si sa per quale ragione, visto che la decisione era priva di senso – che, a decorrere dal 2017, tutti i pagamenti sarebbero stati effettuati il secondo giorno bancabile di ciascun mese.

Lo slittamento al secondo giorno bancabile a questo punto riguarda solo gennaio. La spiacevole novità prevista per tutte le prestazioni previdenziali corrisposte dall’Inps, i trattamenti pensionistici, gli assegni, le pensioni e le indennità di accompagnamento erogate agli invalidi è stata annullata dal decreto Milleproroghe.

Per gli altri mesi dell’anno, quindi, tutto torna “normale” e cioè a quanto previsto per il 2016, con i pagamenti erogati dal primo giorno bancabile. In pratica, i clienti delle Poste potranno iniziare ad andare all’incasso, il giorno 1 (se non cade di domenica) o il giorno 2.

Per le banche invece che chiudono anche il sabato, si può slittare al terzo giorno del mese, ma non oltre. Il nuovo calendario quindi sarà il seguente:
•    Gennaio: il giorno 3 in Banca ed alle Poste
•    Febbraio: il giorno 1 in Banca ed alle Poste
•    Marzo: il giorno 1 in Banca ed alle Poste
•    Aprile: il giorno 3 in Banca ed alle Poste
•    Maggio: il giorno 2 in Banca ed alle Poste
•    Giugno: il giorno 1 alle Poste ed alle Banche
•    Luglio: il giorno 3 alle Poste ed alle Banche
•    Agosto: il giorno 1 alle Poste ed alle Banche
•    Settembre: il giorno 1 alle Poste ed alle Banche
•    Ottobre: il giorno 2 alle Poste ed alle Banche
•    Novembre: il giorno 2 alle Poste ed alle Banche
•    Dicembre: il giorno 1 alle Poste ed alle Banche