Banco farmaceutico onlus

Banco Farmaceutico: 1 persona su 2 rinuncia a comprare farmaci

In Italia 1 persona su 2 ha rinunciato ad acquistare farmaci per ragioni economiche. La fragilità, ormai, lambisce anche il ceto medio, mentre le persone in condizioni di povertà assoluta sono 4,7 milioni”: sono le parole con cui Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus, ha illustrato il Bilancio Sociale 2016 della Fondazione. La povertà sanitaria è un fenomeno che sta diventando sempre più cronico, con migliaia di persone che sono costrette a rinunciare all’acquisto di farmaci e a cure mediche troppo costose. Di più quando in famiglia sono presenti più patologie.

La presentazione del Bilancio Sociale, che si è svolta a Milano, ha messo in evidenza l’attività della Fondazione lo scorso anno e nell’arco del tempo. Nel 2016 il Banco Farmaceutico ha raccolto quasi 1 milione 800 mila farmaci, per un valore economico pari a 14 milioni 890 mila euro. Con i medicinali donati sono state aiutate oltre 557 mila persone in difficoltà, assistite da oltre 1600 enti caritativi convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico onlus. In un arco temporale più ampio, emerge che in 17 anni di attività, dal 2000 a quest’anno, il Banco Farmaceutico ha raccolto e donato oltre 9,7 milioni di farmaci, per un valore economico superiore a 73 milioni di euro.

In Italia, 1 persona su 2 ha rinunciato ad acquistare farmaci per ragioni economiche. La fragilità, ormai, lambisce anche il ceto medio, mentre le persone in condizioni di povertà assoluta sono 4,7 milioni.

La dimensione della povertà sanitaria, ormai radicata in Italia, viene fotografata da un rapporto di aprile di quest’anno, dal quale emerge che circa 1 italiano su 2 (il 45%) ha rinunciato nell’ultimo anno all’acquisto di un farmaco, in particolare di farmaci non mutuabili e, quindi, a carico completo del cittadino. Lo ha evidenziato l’indagine Doxa realizzata per Banco Farmaceutico Nuove povertà e bisogni sanitari. Il quadro è preoccupante. I più penalizzati sono casalinghe, pensionati e lavoratori precari. Fra le casalinghe e i pensionati il tasso di rinuncia ai farmaci supera il 50% (52% quando vivono in famiglia, 53% quando vivono da soli). Tra i lavoratori precari la percentuale raggiunge il 41% se vivono in famiglia, il 40% se vivono da soli. Anche chi ha un lavoro stabile ha dovuto rinunciare ad acquistare farmaci. La percentuale raggiunge il 39% tra chi vive in famiglia, il 46% tra i single.

Le rinunce riguardano visite mediche, esami clinici diventati molto costosi, anche le analisi del sangue. E laddove in famiglia ci siano più patologie, la situazione diventa ancora più critica.  Un italiano su 4, pari al 26%, si è ritrovato a dover rinunciare nell’ultimo anno almeno a una visita medica, in particolare a terapie di riabilitazione e visite odontoiatriche. Il tasso di rinuncia è ancora più alto per chi vive solo, fra pensionati e casalinghe, e per i genitori separati: fra i single con lavori precari raggiunge il 41%, mentre tra i pensionati e le casalinghe il 38% se vivono in famiglia, il 34% se vivono da soli, e fra i genitori separati con figli a carico, la percentuale raggiunge il 39%. Sono un problema anche le analisi del sangue. Più di una famiglia su due incontra difficoltà economiche nell’accesso alle visite specialistiche. Le difficoltà maggiori si riscontrano nell’effettuare visite specialistiche a pagamento (32%), esami del sangue (31%), visite specialistiche ospedaliere con pagamento del ticket se previsto (28%) e visite odontoiatriche.