RENZI: AVEVA PROMESSO!

Promessa non mantenuta

                   Anas: 2,3 mld di euro annui di ‘pedaggio ombra’ sulle accise dei carburanti, ennesima (16^) una tantum dalla guerra d’Etiopia, che Renzi aveva promesso di abrogare

Paghiamo ancora l’addizionale di accisa sulla benzina per la guerra d’Etiopia. Entro l’anno razionalizziamo queste voci ridicole”. Era quanto annunciato dal premier Matteo Renzi il 24 maggio 2014 nella trasmissione ‘Porta a Porta’. Non solo quella prima delle 15 una tantum di 1,90 lire, introdotta nel 1935 per finanziare la guerra d’Abissinia non è stata abrogata, ma i consumatori- che non vedono ancora scongiurate le clausole di salvaguardia su Iva e accise- rischiano di dover finanziare, con l’ennesima ‘una tantum’ del valore di circa 2,3 miliardi di euro l’anno, perfino il pedaggio ombra dell’Anas, ipotesi dell’ennesimo balzello ideato dal Governo che potrebbe essere approvato dalla legge di stabilità ed entrare  in vigore dal 1 gennaio 2016, in concomitanza con la consueta stangata tariffaria dei pedaggi  autostradali, per finanziare la manutenzione della rete stradale.

Ennesima ‘una tantum’ (la sedicesima),  gravame per circa 0,25 euro su ogni litro di carburante, le cui accise già pesano per oltre il 50% sul costo totale, come è facilmente verificabile dai prezzi fissati dall’Agenzia delle Dogane: ‘le aliquote di accisa sulla benzina e sulla benzina con piombo, nonché sul gasolio usato come carburante, a decorrere dal 1° gennaio 2015, sono applicate nelle seguenti misure: – benzina e benzina con piombo: 728,40euro per mille litri; – gasolio usato come carburante: 617,40 euro per mille litri”, a fronte di prezzi medi nazionali praticati oggi sugli impianti, che vanno da 1,573 a 1,674 euro/litro (no-logo a 1,513), il diesel da 1,426 a 1,541 euro/litro (no-logo a 1,358) e il Gpl da 0,574 a 0,597 euro/litro (no-logo a 0,564).

Nell’elencare ancora una volta le ‘una tantum’ istituite dal 1935 da Mussolini, 1,90 lire al litro sulla benzina per finanziare la guerra di conquista dell’Abissinia, ripetuto nel corso degli anni da tutti i  Governi che hanno deciso di imporre “balzelli” per ogni emergenza, dalla crisi di Suez (1956), al disastro del Vajont (1963), alle guerre in Libano e Bosnia, fino ai terremoti ed al finanziamento dell’aumento di un contratto di lavoro nel 2004, chiediamo al Governo Renzi di tenere fede all’impegno assunto, nel ‘razionalizzare queste voci ridicole’, evitare nuovi balzelli su Iva e accise che portano i consumatori a pagare costi dei carburanti tra i più cari d’Europa