Autovelox, è caos su omologazione, e decreti mancanti.
Due sentenze della Cassazione rischiano di portare il caos per gli automobilisti alle prese con multe che vengono da autovelox non omologati. Codacons: il Ministero dei Trasporti vari i decreti sull’omologazione o si apre la strada a una valanga di ricorsi
Due sentenze della Cassazione, gli autovelox, e automobilisti in confusione per multe che possono essere annullate. Ma come? Due recenti sentenze della Cassazione intervengono sul caos autovelox. Una stabilisce che le sanzioni elevate da autovelox approvati ma non omologati siano tutte da annullare, l’altra richiede che, per l’annullamento della contravvenzione, l’automobilista debba presentare una querela di falso contro chi ha redatto il verbale in cui si dichiara che l’autovelox risulta omologato. Si complica così la vita dell’automobilista. E, aggiunge il Codacons, si apre anche la strada a una valanga di ricorsi contro lo Stato per il rimborso delle spese legali.
A raccontare delle due sentenze della Cassazione è il Corriere della Sera, ripreso poi dall’Asaps. Interviene anche il Codacons, che commenta: “Due nuove ordinanze della Corte di Cassazione generano il caos più assoluto in tema di autovelox e nullità delle multe stradali, e rischiano di portare ad una valanga di contenziosi con danni erariali enormi per le casse statali”
La questione autovelox scaturisce dal fatto che omologazione e approvazione sono procedimenti diversi per cui, se l’autovelox è approvato ma non omologato, le multe – secondo la Cassazione – sono da cancellare.
Nell’aprile 2024 la Cassazione ha infatti accolto ha accolto il ricorso di un automobilista su una multa per eccesso di velocità perché l’autovelox non era omologato. Per la Cassazione, dunque, costituiscono fonte di prova per il riscontro del superamento dei limiti di velocità di cui all’art. 142 del Codice della Strada solo le risultanze provenienti da un autovelox sottoposto a procedura di omologazione.
Si leggeva infatti nell’ordinanza che l’omologazione è una procedura che “ha anche natura necessariamente tecnica e tale specifica connotazione risulta finalizzata a garantire la perfetta funzionalità e la precisione dello strumento elettronico da utilizzare per l’attività di accertamento da parte del pubblico ufficiale legittimato, requisito, questo, che costituisce l’indispensabile condizione per la legittimità dell’accertamento stesso “.
Il problema di fondo è legato al fatto che il decreto attuativo, che dovrebbe stabilire i criteri per l’omologazione di autovelox, tutor e telelaser, non è mai stato adottato.
Secondo quanto emerge dalle ultime pronunce, dunque, la situazione per l’automobilista si complica perché se il verbale che gli viene consegnato non contiene la parola “omologato”, la sanzione di fatto può subito cadere; in caso contrario servirebbero due azioni legali, peraltro dal sicuro esito positivo.
«Se è così, basta. Spegniamo tutto – sono le parole provocatorie di Giordano Biserni, presidente dell’associazione amici della polizia stradale (Asaps) – Non si può aspettare che i comandanti della Stradale o della Municipale vengano condannati perché da 33 anni manca un decreto ministeriale.
Alle volte mi viene il dubbio che in Italia alla fine non si vogliano i controlli sulla velocità. Vorrei ricordare che lo scorso week end si è concluso con 37 vittime sulle strade italiane e questo rappresenta il record negativo del 2025.