Plastica monouso, norme UE: vietati piatti e posate usa e getta.

Da sabato 3 luglio, sono entrate in vigore le norme dell’UE del 2019 in materia di plastica monouso, sulle quali  la Commissione europea ha fornito il 31 maggio orientamenti e linee-guida specifici. In base a tale normativa gli Stati membri dovranno garantire che determinati prodotti non siano più immessi sul mercato dell’UE.

Oltre l’80% dei rifiuti marini è costituito da plastica, si legge in una nota della Commissione, in particolare, i prodotti di plastica monouso (SUP, single-use plastic products) vengono utilizzati una sola volta o per un breve periodo di tempo prima di essere gettati via.

Pertanto, ha osservato la Commissione: “è più probabile che sia questo tipo di prodotti a finire nei nostri mari rispetto alle opzioni riutilizzabili. La plastica si accumula nei mari, negli oceani e sulle spiagge, nell’UE e nel mondo, con gravi rischi per la vita marina e la salute umana”.

Plastica monouso, i prodotti vietati dalla normativa:

La normativa vieta, dunque, alcuni prodotti specifici per i quali esistono sul mercato alternative economicamente accessibili, che non sono di plastica: bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, ma anche alcuni prodotti in polistirene espanso (tazze e contenitori per alimenti e bevande) e tutti i prodotti in plastica oxo-degradabile.

Misure diverse si applicano, invece, per altri prodotti di plastica, quali attrezzi da pesca, sacchetti di plastica monouso, bottiglie, contenitori per bevande e alimenti per il consumo immediato, pacchetti e involucri, filtri del tabacco, articoli sanitari e salviettine umidificate.

Per queste categorie si prevedono, infatti, obblighi di etichettatura, regimi di responsabilità estesa del produttore (in base al principio “chi inquina paga”), campagne di sensibilizzazione e specifiche di progettazione per limitare l’uso di questi prodotti, ridurne il consumo ed evitare che siano abbandonati nell’ambiente.

Attrezzi da pesca e rifiuti

Il 31 maggio la Commissione ha adottato, inoltre, una decisione di esecuzione relativa al monitoraggio e alla comunicazione degli attrezzi da pesca immessi sul mercato e dei rifiuti di attrezzi da pesca raccolti.

In base a questa decisione gli Stati membri avranno l’obbligo di riferire, a partire dal 2022, sugli attrezzi da pesca contenenti plastica immessi sul mercato e gli attrezzi da pesca raccolti in mare, con l’obiettivo di incentivarne il recupero e migliorarne la gestione attraverso regimi di responsabilità estesa del produttore.

Inoltre, sulla base dei dati, gli Stati membri dotati di acque marine dovranno fissare, entro il 31 dicembre 2024, un tasso minimo nazionale di raccolta annuale dei rifiuti di attrezzi da pesca contenenti plastica da riciclare, al fine di stabilire obiettivi quantitativi vincolanti di raccolta dell’Unione.

Secondo la valutazione d’impatto del 2018, infatti, gli attrezzi da pesca abbandonati, perduti o gettati in mare rappresentano il 27 % dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge, e una percentuale significativa degli attrezzi da pesca immessi sul mercato non viene raccolta e trattata.