La spesa pubblica continua a crescere +7,6% Dal 2010

Economia

I “consumi intermedi” le spese per far funzionare la macchina dello Stato, resistono a tagli e spending review  con conseguenti forti discrepanze tra le varie Regioni.

 

Ci hanno provato in tanti. Ma non ci è riuscito ancora nessuno. La spesa pubblica italiana non si arresta nonostante le politiche di austerity, i tagli lineari e una permanente manovra di spending review messa in campo da tutti i governi negli ultimi anni.

 

Lo riporta il Sole 24 Ore: l’emorragia di denaro pubblico è aumentata dal 2010 del 7,6%. Le cifre sono comunicate direttamente dal Ministero dell’Economia e sono quindi ufficiali.

 

A rendere finora vani i tentativi di ridurre la spesa sono i cosiddetti “consumi intermedi”,ovvero i costi per beni e servizi necessari a far funzionare gli enti statali di tutti i livelli. Nella categoria dei consumi intermedi rientrano, ad esempio, l’acquisto di carta, le forniture d’ufficio, le utenze e i costi per la manutenzione. Non si tratta dei costi “di erogazione” del servizio, ma dei costi “per erogarlo”. Per questo motivo sono detti “ intermedi”.

 

Sorprende la differenza, a volta abissale, di alcune voci di spesa a seconda della Regione. Ad esempio: nel Lazio si spendono 2.335 euro all’anno ogni 100 abitanti per gli affitti; appena 173 euro in Basilicata. Regioni molto diverse e con un numero di edifici pubblici non paragonabili, ma al secondo posto di questa classifica c’è l’Abruzzo, dove si spendono 1.681 euro all’anno ogni 100 abitanti. Perchè l’Abruzzo? Non è una Regione tra le più popolose o a statuto speciale. La Lombardia, giusto per capire, costa “solo” 256 euro, la Campania 504 euro e la Sicilia 709.

 

Altra voce che riserva sorprese è quella delle spese per carburante: in testa a questa classifica c’è la piccola Valle d’Aosta, con 3.410 euro di spesa all’anno ogni 100 abitanti. Dato oltremodo sorprendente tenendo conto della sua superficie ridotta. L’anomalia prosegue dato che al secondo posto c’è il Trentino Alto Adige con 2.194 euro. Chi spende meno per i carburanti è invece il Lazio, capolista negli affitti, con soli 244 euro.

 

La Consip, la centrale per gli acquisti del Ministero dell’Economia, rende noto che il 35% della spese è, al momento, “difficilmente presidiabile” o addirittura”non presidiabile”.