Inflazione

Frena il tasso di inflazione a giugno: l’Istat rivela come si sia attestato all’1,2%, in calo rispetto all’1,4% del mese precedente.

Un tasso di crescita che, seppure in decelerazione, comporta ricadute importanti per le famiglie, in special modo quelle in cui almeno uno dei componenti è senza lavoro.

L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha calcolato che, per una famiglia media, le ricadute di tale incremento dei prezzi ammontano a +363,00 Euro annui che diventano, per una famiglia di 3 persone, pari a 423,93 Euro.

La differenza nell’aumento dei prezzi si percepisce anche a livello territoriale: basti pensare che le ricadute, sempre per una famiglia media, ammontano al Nord a 406,22 Euro, al Centro a 375,12 Euro ed al Sud a 292,60 Euro.

Tale dato appare ancora elevato rispetto alla mancata crescita dei redditi delle famiglie e, soprattutto, alla luce dell’andamento occupazionale, che ancora segna importanti défaillances.

La mancanza di opportunità lavorative, infatti, rimane il problema principale del nostro Paese, che continua ad incidere in maniera diretta sui giovani e meno giovani disoccupati e, indirettamente, sui redditi delle famiglie che rappresentano l’unica forma di welfare per coloro che si trovano senza lavoro (con un onere pari a circa 450,00 Euro al mese).

In tale ottica è necessario che il Governo imprimendo un forte slancio al mercato occupazionale (attraverso lo stanziamento di investimenti per lo sviluppo, la ricerca e la modernizzazione), avviando, in tal modo, una nuova fase di crescita capace di avviare un processo di crescita del potere di acquisto dei cittadini, indispensabile al rilancio della domanda interna e dell’intera economia.