L’inflazione aumenta del 6,8%.

A maggio l’inflazione aumenta del 6,8% su base annuale. Il carrello della spesa volta a più 6,7%. Sono 32 anni che l’inflazione non raggiungeva questi livelli. Mentre il carrello della spesa tocca vertici che non vedeva da 36 anni.

Secondo i dati definitivi Istat sull’inflazione, a maggio 2022 l’indice dei prezzi al consumo aumenta dello 0,8% su base mensile e del 6,8% su base annua (da +6,0% del mese precedente). La stima preliminare era +6,9%.

L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve ai prezzi di diverse tipologie di prodotto e in particolare dei Beni energetici, la cui crescita passa da +39,5% di aprile a +42,6%. Rincarano i Beni alimentari (che passano su base annua da +6,1% a +7,1%), soprattutto i Beni alimentari lavorati (da +5,0% a +6,6%). Vanno su i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,4% a +4,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +5,1% a +6,0%).

Rincara ancora il carrello della spesa. Accelerano infatti i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, che salgono da +5,7% a +6,7%, e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,8% a +6,7%).

Da segnalare il rincaro del 7,4% per la voce prodotti alimentari e bevande analcoliche. E la stangata sulle spese per abitazione, acqua, elettricità e combustibili che aumentano del 26,4% su base annua.

Sono dati che non si vedevano da un trentennio, come rileva anche l’Istat.

A maggio, dopo il rallentamento di aprile, l’inflazione torna ad accelerare salendo a un livello che non si registrava da novembre 1990 – commenta l’Istituto – Gli elevati aumenti dei prezzi dei Beni energetici continuano a essere il traino dell’inflazione (con quelli dei non regolamentati in accelerazione) e le loro conseguenze si propagano sempre più agli altri comparti merceologici, i cui accresciuti costi di produzione si riverberano sulla fase finale della commercializzazione. Accelerano infatti i prezzi al consumo di quasi tutte le altre tipologie di prodotto, con gli Alimentari lavorati che fanno salire di un punto la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che si porta a +6,7%, come non accadeva dal marzo 1986 (quando fu +7,2%).