Sangue, in Italia aumentano i donatori ma manca il ricambio generazionale.

Ognuno di noi può fare la differenza”: così il ministro della Salute Orazio Schillaci per la Giornata mondiale del donatore di sangue , tenutasi ieri-14-06-2023. In Italia sono sempre meno i giovani che decidono di iniziare a compiere questo gesto di solidarietà, ricorda l’Avis (Associazione volontari italiani del sangue) che sottolinea come i donatori aumentino, ma il cosiddetto “ricambio generazionale” continui a tardare. Anche per intercettare il target dei giovani, il Ministero della Salute ha lanciato la campagna nazionale “Dona vita, dona sangue”.

Donare il sangue significa salvare vite, ogni giorno.  Rinnoviamo l’appello, specialmente ai giovani, a compiere questo semplice ma straordinario gesto» ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue.

Da oggi – aggiunge – partono le numerose iniziative messe in campo dal Ministero della Salute insieme a partner istituzionali, federazioni e associazioni per diffondere la cultura della donazione. Ci rivolgiamo a tutta la popolazione affinché aumenti il numero di nuovi donatori coinvolgendo soprattutto i giovani per favorire il ricambio generazionale dei donatori. Donare il sangue è un atto responsabile, sicuro e indolore. Ognuno di noi può fare la differenza.

In Italia sono sempre meno i giovani che decidono di iniziare a compiere questo “gesto etico di solidarietà”: i donatori aumentano ma ritarda il “ricambio generazionale”. È il punto sul quale si sofferma l’Avis. A livello globale invece, in base ai dati dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), il 33% dei donatori sono donne e i giovani sono più numerosi nei Paesi a medio e basso reddito.

Nel 2022 in Italia sono state oltre 1 milione e 660 mila le persone che hanno deciso di iniziare a donare, un numero più alto dell’anno precedente, ma in cui a incidere è il fattore dell’età.

I donatori tra i 18 e i 45 anni sono diminuiti del 2%, mentre continuano ad aumentare in maniera esponenziale quelli tra i 56 e i 65 anni – spiega l’Avis – Uno scenario che desta preoccupazione in particolare nell’ottica del raggiungimento dell’autosufficienza di farmaci plasma derivati.

Secondo l’Oms, a livello mondiale il 33% delle donazioni di sangue è fatto da donne, anche se la percentuale varia notevolmente fra i paesi. Il profilo di età dei donatori di sangue mostra che, in proporzione, i giovani che donano sono più numerosi nei Paesi a basso e medio reddito rispetto a quelli ad alto reddito.

Nel mondo, fa sapere l’OMS, sono state effettuate 118,5 milioni di donazioni: di queste, il 40% nei Paesi ad alto reddito dove risiede il 16% della popolazione globale. I dati evidenziano tuttavia una crescita significativa delle donazioni non retribuite nelle aree a basso e medio reddito.

Sono infatti 119 i Paesi in cui, dal 2008 al 2018, le donazioni di donatori non retribuiti sono aumentate di 10,7 milioni. La crescita principale è stata nel Sudest asiatico (127%), seguito dalle Americhe e dall’Africa (entrambe all’81%). In termini di autosufficienza sono 79 i Paesi che vedono oltre il 90% delle proprie scorte provenire da donazioni volontarie non retribuite (38 quelli ad alto reddito, 33 quelli a medio e 8 a basso). Di questi, in 64 riescono a centrare il 100%.