Tari illecita

Arriva una buona notizia per le famiglie italiane: i Comuni non potranno applicare due volte la #Tari, prima all’abitazione principale e poi sulle sue eventuali pertinenze, cantina, box o altro ancora. Lo ha chiarito una Direttiva del 18 ottobre del Ministero dell’Economia, poi ribadita dal sottosegretario Pier Carlo Baretta durante un question time alla Camera, ha spiegato che sia per quanto riguarda la Tares e, quindi, tanto più la Tari che l’ha sostituita a partire dal 2014, la parte variabile dell’imposta va calcolata un’unica volta sull’intera superficie immobiliare comprensiva delle pertinenze situate nel Comune.

Nella Tari si paga una quota fissa, legata ai metri quadrati dell’abitazione, e una quota variabile che dipende dal numero dei componenti della famiglia. Diversi Comuni però, negli ultimi 5 anni avrebbero conteggiato erroneamente la quota variabile non una sola volta sull’insieme di abitazione e pertinenze (garage, cantine) ma replicandola per l’appartamento e per ogni pertinenza.

L’errore scaturisce dal fatto che per molti contribuenti sarebbe stata conteggiata, oltre alla quota fissa legata ai metri quadri dell’abitazione, una quota variabile moltiplicata tante volte quante sono le pertinenze. Ad esempio, chi ha casa, garage e cantina potrebbe essersi ritrovato a pagare la quota variabile non una ma tre volte. Come se la presenza di garage e cantina moltiplicasse la capacità degli abitanti di produrre rifiuti. Ma ovviamente, l’esistenza di svariate pertinenze non accresce la quantità d’immondizia prodotta dal nucleo familiare. Il calcolo corretto invece presuppone di sommare i metri quadrati di casa e pertinenze, e poi di applicare le tariffe.

Un conto fatto dal Sole 24 Ore evidenzia che, per una famiglia di quattro persone che vive in un appartamento di 100 metri quadrati con garage e cantina, il calcolo corretto della Tari sarebbe di 391 euro l’anno, quello “gonfiato” la fa lievitare fino a 673 euro l’anno.

Riportando l’esempio discusso alla Camera: per un appartamento in cui vive una famiglia di 4 persone, con superficie complessiva di 150 mq., di cui 100 di casa, 30 di garage e 20 di cantina, la parte variabile della tariffa relativa ad autorimessa e cantina (come precisato dal punto 4.2 dell’allegato 1 al DPR n. 158/99) “va computata solo una volta, considerando l’intera superficie dell’utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze site nello stesso comune”. Pertanto l’importo da versare si otterrà sommando: tutte le quote fisse rispettivamente di casa, garage e cantina, a cui si aggiungerà una, e solo una volta, l’importo della quota variabile.

La regola generale, si deduce da un regolamento (articolo 17, comma 4, del Prototipo di Regolamento per l’istituzione e l’applicazione della Tares) applicabile anche alla Tari con riferimento ai fruitori delle utenze domestiche. La norma stabilisce che “le cantine, le autorimesse o altri simili luoghi di deposito, si considerano utenze domestiche condotte da un occupante, se persona fisica priva nel comune di utenze abitative. In difetto di tale condizione i medesimi luoghi si considerano utenze non domestiche”. Quindi: sulle pertinenze si applica la Tari come se fossero case, se chi le usa non risiede nel Comune. Se è residente, si considerano locali accessori all’appartamento stesso.

Per quello che ci riguarda come Federconsumatori abbiamo chiesto un incontro al ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) al fine di capire quali sono i Comuni coinvolti e quindi intraprendere le dovute iniziative in caso di applicazione scorretta della TARI., al fine di tutelare il contribuente arbitrariamente tassato!!