Sciopero dei benzinai domani e giovedì: si rischia il caos ai distributori.

Contro l’illegalità “figlia delle liberalizzazioni selvagge” e il mancato intervento di compagnie, organizzazioni e governo per riformare il settore i benzinai aderenti Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, proclamano 2 giorni di sciopero.

La protesta, con la chiusura degli impianti su strade e autostrade, è stata fissata per mercoledì 6 e giovedì 7 novembre, e prevede anche un “concentramento” sotto il parlamento.

Si attendono code ai distributori e caos nei rifornimenti.

Secondo stime accreditate quanto prudenti, il fenomeno dilagante dell’illegalità nella distribuzione dei carburanti, interessando una quota che si aggira intorno al 15% di prodotti “clandestini” sul totale dei 30 miliardi di litri erogati, vale numerosi miliardi di euro ogni anno, affermano i sindacati sottolineando la necessità di una “riforma complessiva”. Si tratta di 4,5 milioni di benzina e altri carburanti venduti illegalmente su base annuale.

Sarà una 2 giorni di passione per gli automobilisti italiani dalle 6 di mercoledì 6 novembre fino alle 6 di venerdì 8 novembre, per lo sciopero nazionale dei benzinai su strade e autostrade da un angolo all’altro della Penisola. Come conferma Faib Confesercenti, una delle sigle sindacali che hanno indetto la protesta, insieme a Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, la serrata sarà totale e coinvolgerà anche i distributori self-service.

“La categoria protesta, il Governo tace e il ministro dello Sviluppo Economico latita, si legge in una nota congiunta dei sindacati. I gestori in piazza Montecitorio contro la politica fiscale del governo a causa di una serie di provvedimenti come la fatturazione elettronica ed i registratori di cassa e l’illegalità contrattuale”. Tuttavia, non mancano le pompe di benzina aperte secondo quanto previsto dal documento in materia di “Disciplina unitaria per la turnazione degli impianti autostradali in caso di sciopero” approvato dalla Conferenza delle regioni e delle Province Autonome.

Lo sciopero nazionale indetto dalle categorie dei benzinai dal 6 al 7 novembre su strade e autostrade italiane sarà totale. Come conferma Faib Confesercenti, la protesta coinvolgerà anche i distributori self-service presenti sulla rete stradale, i quali non saranno disponibili, così come il resto degli impianti, per qualsiasi tipo di operazione per le prossime 48 ore dalle ore 6 di domani fino alle 6 di venerdì 8 novembre.

Nonostante sia stato annunciato lo sciopero nazionale e totale da parte delle associazioni di categoria dei benzinai, alcuni impianti rimarranno aperti per garantire un servizio minimo. L’elenco di questi ultimi è disponibile sul sito ufficiale della Conferenza delle regioni e delle Province Autonome che il 3 marzo 2011 ha approvato il documento recante “Disciplina unitaria per la turnazione degli impianti autostradali in caso di sciopero”. Il testo in questione indica tutte le aree di servizio autostradali presenti sul territorio nazionale e le suddivide in tre turnazioni per garantire il servizio.

Le associazioni di categoria nel confermare lo sciopero nazionale dei benzinai per il 6 e 7 novembre, e cioè Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, hanno riassunto in un unico documento congiunto i motivi alla base della protesta.

“Di fronte al silenzio assordante del Governo e all’indifferenza del Mise, scrivono i sindacati, le Organizzazioni dei gestori non hanno potuto fare altro che ricorrere alla mobilitazione generale e chiamano tutti i gestori ad una partecipazione compatta alla chiusura per provare ad invertire una tendenza che ha come obiettivo la scomparsa della categoria: dalla fatturazione elettronica, all’introduzione degli ISA, che risultano fortemente penalizzanti per i gestori carburanti (che percepiscono un margine che non supera il 2% del prezzo pagato dagli automobilisti), ai registratori di cassa telematici per fatturati di 2 mila euro l’anno, all’introduzione di Documenti di trasporto (Das) e modalità di registrazione giornaliera, in formato elettronico, da digitalizzare a mano: provvedimenti che duplicano le incombenze burocratiche senza alcuna valenza sulla lotta all’illegalità o alla infedeltà fiscale, lasciando in pace gli evasori di continuare a fare business anche nel nostro settore che appare sempre più inquinato dalla criminalità organizzata.”