Cancellazione voli post Covid, l’Antitrust multa Volotea per 500 mila euro

L’Antitrust multa Volotea per 500 mila per la reiterazione di pratiche già ritenute illecite e relative alla cancellazione dei voli post Covid e alla gestione dei voucher e dei rimborsi

La cancellazione dei voli post covid e il gorgo dei voucher e dei rimborsi in cui si sono ritrovati i consumatori continuano a essere oggetto di attenzione da parte dell’Antitrust, l’Autorità spiega di aver sanzionato Volotea per 500 mila euro per la reiterazione di condotte già ritenute illecite. Volotea, dice l’Antitrust nel provvedimento, ha continuato a cancellare voli – anche fino al mese di settembre 2021 – utilizzando la motivazione della pandemia anche in assenza di limitazioni agli spostamenti e il ricorso a questa motivazione non è stato episodico.

L’Antitrust aveva accertato, a chiusura di un procedimento ad aprile 2021, «pratiche commerciali scorrette ed aggressive consistenti nell’aver reso, a seguito delle cancellazioni dei voli, successivamente al 3 giugno 2020, informazioni complessivamente ambigue e insufficienti in merito alle cause reali di cancellazione dei voli e alle modalità di assistenza post-vendita, nonché nell’aver adottato modalità scorrette, per il rilascio di ristori e rimborsi spettanti in restituzione del prezzo del biglietto del volo cancellato, che hanno indotto il consumatore ad accettare il voucher invece del rimborso monetario».

Le modalità di assistenza post vendita e quelle per il rilascio dei rimborsi sono state scorrette e omissive, ha detto l’Antitrust, e non è stata espressa chiaramente la possibilità di scelta, che dev’essere rimessa al consumatore, circa la modalità di rimborso per il biglietto del volo cancellato. «Infatti, Volotea proponeva al consumatore il voucher come prima e più immediata forma di ristoro per il volo dalla stessa cancellato, rinviando la possibilità di chiedere il rimborso monetario ad una successiva e specifica richiesta da parte del consumatore».

L’Antitrust aveva vietato l’ulteriore diffusione di questa pratica e deciso una multa da 1 milione e 400 mila euro.