Aumenti Iva

stangata

Anche se fossero semplici voci, quelle concernenti le modifiche delle percentuali IVA, alla Federconsumatori non piacciono proprio per nulla.
Le ultime notizie parlano di un rincaro della quota agevolata dal 4% al 10%, che riguarderebbe beni importanti, quali quelli alimentari e quelli delicatissimi in campo sanitario.
Infatti, se tutto questo diventasse realtà significherebbe un rincaro su beni di prima necessità, come pane, latte, riso, pasta e farina, formaggi, olio, burro, patate, frutta, libri, occhiali e attrezzature terapeutiche.
L’Italia è già in deflazione, l’economia è stretta tra il calo della produzione industriale e il tracollo dei consumi.
I consumi, in generale, sono in forte ribasso: basti pensare che nell’ultimo triennio hanno registrato un calo del 10,7%, percentuale che equivale a un calo della spesa di 77,6 miliardi di Euro. Calo, che oltre a creare malessere per le famiglie, si ripercuote in maniera negativa sull’andamento della produzione e sull’occupazione, giunta oramai a livelli insopportabili, soprattutto quella giovanile che ha ormai raggiunto il traguardo del 44%.
Ancora più drammatici i dati relativi a due comparti chiave: secondo i dati dell’O.N.F. – (Osservatorio Nazionale Federconsumatori ), dal 2008 il settore alimentare ha registrato una contrazione del 10,4, pari a una caduta della spesa delle famiglie di oltre 14,2 miliardi di Euro, mentre per il settore della salute la contrazione è stata pari al 23,1%.
La prospettiva di un ulteriore rovinoso aumento dell’IVA, dal 4% al 10%, avrebbe, per una famiglia media italiana, una ricaduta economica di 205 Euro annui che graverebbero ulteriormente sul già debole potere d’acquisto.