La povertà in Italia

Povertà

Un’ennesima fotografia drammatica dell’Italia: una famiglia su 4 è in una situazione di “deprivazione” come ad esempio non poter sostenere spese impreviste, arretrati nei pagamenti o addirittura un pasto proteico ogni due giorni. Lo dice il Rapporto Italia dell’Istat, secondo cui il disagio economico è cresciuto dal 22,3% del 2011 al 25% del 2012, con picchi del 41% al Sud.

Sono in situazione di deprivazione circa 15 milioni di persone in 6,3 milioni di famiglie.

Il panorama regionale rende evidente il forte svantaggio dell’Italia meridionale e insulare, con valori in alcuni casi più che doppi rispetto alla media nazionale. Le situazioni più gravi si registrano tra le famiglie residenti in Sicilia (53,2%).

Il 14,4% degli italiani vive in una situazione di grave disagio: solo il 2,4% delle famiglie dichiara di non potersi permettere l’acquisto di una lavatrice, di un televisore a colori, di un telefono o di un’automobile, mentre sono il 50,5% del totale quelle che non possono permettersi una settimana di vacanza lontano da casa.

Circa il 22% delle famiglie dichiara di non riuscire a riscaldare adeguatamente l’abitazione, l’11% delle famiglie è in arretrato con almeno un pagamento tra mutuo, affitto, bollette o debiti diversi.

“La punta dell’iceberg di questa situazione sono i 4.068.250 poveri che nel 2013 in Italia sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare” sottolinea la Coldiretti .

In particolare – afferma la Coldiretti – 303.485 persone hanno beneficiato dei servizi mensa, mentre sono ben 3.764.765 i poveri che nel 2013 hanno avuto assistenza con pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti in mensa.

Ormai il 50% degli italiani è in difficoltà e fatica ad arrivare alla fine del mese, come dimostrato dal dato secondo il quale il 50,5% degli italiani non può nemmeno permettersi una settimana  di vacanza lontano da casa. Persino nel dopoguerra gli immigrati italiani si prendevano il mese di agosto di ferie per tornare nel paese natio.

Se l’Istat avesse fatto un confronto europeo, sia rispetto alla povertà relativa e assoluta sia rispetto agli indicatori di deprivazione, ci saremmo accorti di come gli italiani stanno peggio degli altri europei. Il Parlamento sta discutendo di Iva e allora perché, ad esempio, non abbassare l’Iva sui beni necessari come carburante e gas (portandola tutta al 10%), compensando il minor gettito con un’aliquota al 27% su beni di lusso come pellicce, pietre preziose, perle, oro, argento, eccetera?