Povertà lavorativa, Parlamento UE: salario minimo per combattere le disuguaglianze.

Per combattere disuguaglianza e povertà lavorativa, il Parlamento Europeo chiede salario minimo, condizioni eque per i lavoratori delle piattaforme digitali ed equilibrio tra lavoro e vita privata: “salari minimi legali fissati al di sopra della soglia di povertà”.

Salario minimo, condizioni eque per i lavoratori delle piattaforme digitali ed equilibrio tra lavoro e vita privata, sono le richieste del Parlamento Europeo per combattere disuguaglianza e povertà lavorativa.

Gli individui sono a rischio di povertà quando lavorano per più di metà anno e il loro reddito annuale è inferiore al 60% del livello di reddito medio familiare nazionale, al netto dei contributi sociali. Questa la definizione di Eurostat, secondo cui il 9,4% dei lavoratori europei si trovava a rischio di povertà nel 2018.

All’interno di questo contesto, il Parlamento Europeo esorta, dunque, la Commissione e i Paesi UE ad includere la prevenzione della povertà lavorativa nell’obiettivo globale che mira al contrasto della povertà nell’Unione Europea.

Il testo non legislativo è stato approvato con 365 voti favorevoli, 118 contrari e 208 astensioni.

In particolare i deputati accolgono la proposta della Commissione sulla direttiva UE su salari minimi adeguati, descrivendola come un passo importante per garantire che tutti possano guadagnarsi da vivere con il proprio lavoro e partecipare attivamente alla società.

Dove applicabile, si legge in una nota, la direttiva dovrebbe garantire che i salari minimi legali siano sempre fissati al di sopra della soglia di povertà.

Inoltre, prosegue, i datori di lavoro non dovrebbero adottare prassi che prevedono la deduzione dai salari minimi dei costi necessari per l’esecuzione del lavoro, come l’alloggio, gli indumenti necessari, gli strumenti, i dispositivi di protezione personale e altre attrezzature.

 I deputati sottolineano, inoltre, che il quadro legislativo relativo alle condizioni minime di lavoro deve essere applicato a tutti i lavoratori come ulteriore elemento della lotta contro la povertà, inclusi i lavoratori precari e atipici della gig economy.

I lavoratori delle piattaforme digitali, spiegano, devono essere inclusi nelle leggi vigenti in materia di lavoro e nelle disposizioni in materia di sicurezza sociale. Inoltre, la proposta legislativa della Commissione dovrebbe garantire che i lavoratori delle piattaforme possano costituire rappresentanze dei lavoratori e formare sindacati per concludere contratti collettivi.

I deputati invitano, infine, gli Stati membri a recepire rapidamente la direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita privata e a darle piena attuazione. E chiedono di far fronte al divario retributivo di genere e garantire l’accesso a un’assistenza all’infanzia di qualità ed economicamente accessibile.