Contraffazione: mercato mondiale da 460 miliardi di euro.

Aumenta il commercio mondiale di prodotti contraffatti. Mentre gli scambi commerciali mondiali rallentano, contraffazione e pirateria continuano a macinare guadagni e rappresentano un business in crescita. Il valore delle merci contraffatte e usurpative scambiate a livello internazionale è stimato in 460 miliardi di euro, con un aumento considerevole rispetto alle stime precedenti.

I dati vengono dalla relazione pubblicata dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE), che stima il valore totale dei prodotti contraffatti scambiati a livello mondiale in 460 miliardi di euro, molto più alto rispetto alla stima precedente, che si fermava – per così dire – a 338 miliardi di euro. La quota dei prodotti contraffatti nel commercio mondiale è aumentata dal 2,5% al 3,3%. E un valore pari a 121 miliardi di euro di importazioni nell’UE è costituito da prodotti contraffatti o usurpativi, che corrisponde al 6,8% del totale delle importazioni nell’Unione.

L’analisi (Tendenze del commercio di merci contraffatte e usurpative) sottolinea che i Paesi OCSE quali Stati Uniti, Francia, Italia, Svizzera, Germania, Giappone, Corea e Regno Unito continuano a essere quelli in cui le imprese e le società sono maggiormente colpite dalla contraffazione e dalla pirateria. I prodotti contraffatti arrivano soprattutto da Cina, Hong Kong, Emirati arabi uniti, Turchia, Singapore, Tailandia, India e Malaysia.

L’Italia al terzo posto – dietro Stati Uniti e Francia – tra i Paesi più colpiti dalla contraffazione!

In Italia si stima una perdita di 88 mila posti di lavori a causa della contraffazione, dato che equivale al 2,1% del totale dei lavoratori impiegati nei settori colpiti dal fenomeno, e 10,3 miliardi di euro di mancato gettito tributario causato dalla contraffazione (di cui 4,3 miliardi di euro persi per il mancato pagamento dell’IVA), una cifra che equivale al 3,2% del totale delle tasse riscosse e allo 0,62% del PIL.

In Europa Sono stati importati in un anno prodotti contraffatti per oltre 120 miliardi di euro, una stima aumentata di 30 miliardi in soli tre anni. La Cina continua a essere il primo tra i Paesi di origine o passaggio delle merci contraffatte coprendo quasi il 60% del totale, seguita da Hong Kong (Paese prevalentemente di transito dei beni) e Turchia.

Il 15,1% del valore dei beni sequestrati contraffatti a livello mondiale è a danno di marchi registrati in Italia, un dato che pone il nostro Paese al terzo posto di questa classifica, alle spalle di Stati Uniti (con il 24%) e Francia (16,6%). E’ necessario che gli Stati all’origine della contraffazione siano messi sotto pressione, occorre che le regole dell’online siano aggiornate per prevedere maggiori responsabilità per i grandi intermediari digital che oggi favoriscono il commercio illecito traendone guadagno, occorre che si ribalti il paradigma per cui il commercio mondiale complessivo cala mentre aumenta, e non di poco, solo quello di merce falsa. I consumatori e gli imprenditori meritano una tutela migliore di quella finora ricevuta.