Antitrust, introdotta una piattaforma per il whistleblowing.
L’Antitrust lancia una piattaforma Whistleblowing sulle violazioni della concorrenza per inviare segnalazioni in modo anonimo
L’Antitrust italiano lancia una propria piattaforma di whistleblowing dedicata alle violazioni della concorrenza. Attraverso la piattaforma i segnalanti potranno inviare informazioni su una condotta anticoncorrenziali rimanendo anonimi. Il messaggio è anonimo e criptato.
La piattaforma whistleblowing dell’Antitrust
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, seguendo le best practice della Commissione Europea e di numerose Autorità nazionali di concorrenza, ha introdotto una propria piattaforma di Whistleblowing sul sito https://www.agcm.it/servizi/whistleblowing.
«Da ora in poi – spiega l’Antitrust in una nota – le persone in possesso di informazioni riservate su violazioni della concorrenza potranno interfacciarsi con gli uffici istruttori senza dover rivelare la propria identità. La piattaforma, attraverso un sistema criptato, garantisce al segnalante che voglia rimanere anonimo la possibilità di instaurare un filo diretto con l’Autorità inviando informazioni in merito a una condotta anticoncorrenziale, alle circostanze che l’hanno prodotta e alle persone coinvolte. Ad esempio si potranno segnalare notizie di accordi segreti sui prezzi dei prodotti, sulla ripartizione dei mercati, sui boicottaggi di concorrenti».
Le informazioni possono riguardare contatti e scambi di informazioni tra concorrenti su prezzi, quote di mercato, clienti, spartizione dei mercati, livelli di produzione, sviluppi tecnologici e di mercato, partecipazione a gare, boicottaggio di concorrenti. Possono riguardare anche condotte di imprese dominanti, tra cui l’esclusione dal mercato di imprese concorrenti o l’impedimento al loro accesso, rifiuti di contrarre, l’imposizione di prezzi eccessivamente gravosi o altre condizioni inique.
Con questo strumento, prosegue l’Autorità, l’Antitrust «mira ad incrementare la lotta ai cartelli segreti, sempre più difficili da scoprire, e a rafforzare il contrasto alle condotte che violano le norme a tutela della concorrenza incentivando la collaborazione di soggetti che, anche in ragione della propria vicinanza alle imprese coinvolte, non vogliano rivelare la propria identità».