Benzina, in Italia più cara del 19%.

Benzina, in Italia più cara del 19% rispetto alla media UE, le tasse pesano per il 68%

Secondo gli ultimi dati della Direzione Generale Energy della Commissione Europea l’Italia è il secondo Paese più caro dell’Unione Europea per quanto riguarda i prezzi al consumo della benzina senza piombo. In media un litro di “verde” costa il 18,9% in più della media europea. A pesare è la componente fiscale, che costituisce il 68,1% del prezzo finale. E a fine anno il conto è salato, è di oltre 400 euro la differenza con gli altri paesi dell’Europa. Solo l’Olanda ha un prezzo finale più alto, pari al 2%, rispetto all’ Italia, mentre la Bulgaria è il paese dove è più conveniente mettere benzina. Per quanto riguarda il solo prezzo industriale, in Italia il costo è maggiore del 3,1% rispetto alla media europea, ma è al 4° posto nella classifica dei Paesi più cari, preceduta in ordina da Malta, Danimarca e Spagna. Per quanto concerne la componente fiscale l’Italia si colloca invece al 2° posto, preceduta dall’ Olanda.

Rispetto alla media europea, in termini monetari, il peso fiscale è maggiore del 28,8% rispetto alla media europea. Il peso percentuale della tassazione nella formazione del prezzo al consumo fi-nale è maggiore solo in Gran Bretagna (69,1%) e Olanda (69,7%), contro una media europea del 62,4%.

Il risultato è che gli automobilisti italiani spendono il 18,9% in più rispetto alla media degli automobilisti europei, per ogni litro spendono 23 centesimi di euro in più. Questa differenza si traduce in oltre 400 euro di spesa in più in un anno rispetto alla media UE.

“Gli automobilisti italiani sono i più penalizzati d’Europa perché oltre al peso economico rilevante, che devono sostenere bisogna aggiungere che, soprattutto nei grandi centri, reali alternative all’utilizzo della propria auto non esistono. Di politiche di mobilità sostenibile in Italia se ne vedono poche, se ne è parlato molto ma si è realizzato poco.

Sarebbe utile e ci permettiamo di dire intelligente, che le entrate derivanti dai rifornimenti, relativamente alla tassazione venissero destinate ad investimenti nella mobilità e sostenibilità urbana, sarebbe una risposta positiva sia in termini di risparmio energetico collettivo e personale e una definitiva risposta all’inquinamento dei grandi centri urbani.