Autorità energia

Autorità energia: luce e gas, oltre un terzo delle famiglie nel mercato libero

Nel 2016 nel mercato libero ci sono il 34,4% dei clienti domestici per l’elettricità e poco meno del 38% per il gas. La bolletta dell’elettricità segnala che le famiglie con consumi medio-bassi pagano meno della media europea, mentre gli altri scontano prezzi decisamente superiori. Sul fronte gas, i prezzi sono più alti della media europea: in questo caso pesa soprattutto il fisco. E per quanto riguarda l’acqua, la spesa media per una famiglia tipo si attesta a circa 291 euro l’anno.

I dati sono stati diffusi oggi durante la Relazione annuale dell’Autorità per l’energia. Nel settore dell’elettricità, evidenzia l’Autorità, il 2016 “è stato caratterizzato da un intenso movimento di clienti che hanno cambiato fornitore. Complessivamente, oltre 3,7 milioni di clienti (184 mila in più del 2015), il 10,1% del totale, hanno cambiato fornitore almeno una volta nel corso del 2016. In termini di volumi corrispondono a quasi il 24% dell’energia distribuita”. Nel 2016 ha cambiato fornitore l’8,7% delle famiglie, pari a oltre 2,5 milioni di clienti domestici, corrispondenti a una quota di energia del 10,2%. Il 65,6% dei clienti domestici dunque si trova nel mercato tutelato dell’energia, mentre il 34,4% ha scelto il mercato libero.

L’andamento della bolletta dice che nel 2016 “i prezzi dell’energia elettrica per i consumatori domestici italiani si confermano inferiori ai prezzi nell’Area euro per le prime due classi di consumo, sia al netto sia al lordo delle imposte e degli oneri. Rispetto però agli anni scorsi – aggiunge l’Autorità – quando il differenziale negativo tra i prezzi di queste classi tendeva a crescere di anno in anno, nel 2016 questo appare per la prima volta in calo, attestandosi, rispettivamente, sul –15% e sul –9% in termini di prezzo finale”. I prezzi per le altre classi di consumo domestico sono invece superiori a quelli medi dell’area euro, con differenziali positivi in flessione: l’ultima classe di consumo è passata da prezzi al lordo superiori in Italia del +60% nel 2015 al +35% del 2016. “Occorre rilevare però – aggiunge l’Autorità per l’energia – che il 74% dei clienti italiani si colloca nelle prime due classi di consumo (cioè ha consumi inferiori a 2.500 kWh/anno) e consuma circa il 52% dell’energia elettrica venduta in Italia al settore domestico. La grande maggioranza dei clienti domestici italiani, quindi, nel 2016 ha continuato a pagare prezzi inferiori a quelli medi dei clienti finali dell’Area euro”.

Nel settore gas, poco meno del 38% dei clienti domestici si posiziona nel mercato libero. A cambiare fornitore durante l’anno è stato il 6,1% dei clienti domestici. La quota complessiva nel mercato libero è dunque pari al 37,8%. I prezzi sono alti e su questo pesa soprattutto la componente del fisco. Dice l’Autorità per l’energia: “Anche nel 2016 i prezzi del gas comprensivi di imposte per i consumatori domestici italiani risultano sensibilmente più alti della media dei prezzi dell’Area euro, a eccezione della prima classe di consumo (sotto i 525 metri cubi, perlopiù usi per cottura e acqua calda). Al netto delle imposte, le differenze sono decisamente inferiori”. Si conferma il forte impatto del fisco: il peso della componente fiscale italiana sul prezzo finale è, infatti, il più elevato tra quelli registrati negli altri principali Paesi europei. Se nella prima classe di consumo si assesta su valori del tutto in linea con quelli della media dell’Area euro (25% contro 24,8%), nelle classi più elevate lo scarto è decisamente significativo: nella classe intermedia, infatti, i rispettivi valori sono 36% e 30%, mentre nella classe più elevata il 42% del nostro Paese si confronta con una media nell’Area euro del 34%.

Nel settore acqua, sulla base di un campione di 102 gestori che servono circa 38 milioni di abitanti, l’Autorità stima nel 2016 una spesa media per il servizio idrico integrato per un’utenza tipo (una famiglia di 3 persone con consumo annuo di 150 metri cubi) che a livello nazionale si attesta a 291 euro/anno, circa 1,94 euro per metro cubo consumato, con un valore più contenuto al Nord-Ovest, 239 euro/anno, e più elevato nel Centro, 344 euro/anno. Considerando le diverse voci che compongono il corrispettivo pagato dagli utenti domestici per consumi annui di 150 mc, il 39% della bolletta idrica è imputabile al servizio di acquedotto (115 euro/anno), mentre la spesa media nazionale per i servizi di fognatura e depurazione ammonta rispettivamente a 38 euro/anno e a 85 euro/anno, facendo registrare i valori più contenuti nel Sud e Isole.