Libretti e buoni postali

LIBRETTI E BUONI POSTALI ANTICHI E PROMESSE DI GUADAGNI: CI RISIAMO

            Ricordate quando, qualche anno addietro fu diffusa la notizia di libretti antichi che, trovati nel fondo di qualche cassetto o “nella soffitta della nonna”, avrebbero garantito rendite milionarie?

Ricordate che due avvocati della provincia di Roma lanciarono una campagna mediatica capillare, invitando coloro i quali detenevano questi libretti a fare causa alle banche, per avere rimborsato il capitale, gli interessi maturati e la rivalutazione di decine di anni?


Furono avviate centinaia di cause, con adesioni da tutta Italia, e furono tutte inesorabilmente respinte, per evidenti ragioni di maturazione della prescrizione.

Il tutto costò carissimo a chi aveva creduto alle promesse di guadagno, anche perché i legali non versarono il contributo unificato di iscrizione a ruolo delle cause. Vi hanno poi dovuto provvedere i clienti, ai quali sono recentemente arrivate le cartelle di Equitalia, con tanto di mora e sanzioni.

Pochi giorni fa alcuni quotidiani hanno dato diffusione alla notizia di una ultracentenaria in procinto di avviare, col sostegno di una “associazione di consumatori” una causa contro Poste, a seguito del ritrovamento di un buono del 1950.

Ci risiamo, dunque.

È necessario invitare tutti coloro i quali siano in possesso di buoni o libretti antichi a prestare la massima attenzione e a non credere alle promesse di facili guadagni: simili notizie si sono sempre rivelate infondate, con conseguenze disastrose sui consumatori che hanno deciso di promuovere le cause risarcitorie.