Ricorso al Tar

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A volte, purtroppo, viene a mancare, anche, ai membri dei consigli di amministrazione di società sia private sia pubbliche il “senso della misura e del pudore”! Il profitto, o più pragmaticamente chiamato “il soldo”, annulla ogni tipo di rapporto sia umano sia sociale.

Fanno notizia, infatti, quei pochi imprenditori “illuminati” che contribuiscono, con i loro profitti, a creare dei percorsi sociali.

E’ veramente inammissibile e inaccettabile, il ricorso al Tar della Valle d’Aosta, delle società R.A.V. e S.A.V., che gestiscono le autostrade valdostane, contro la decisione del Ministero delle Infrastrutture per il mancato aumento dei pedaggi per l’anno 2016.

La motivazione principale del ricorso riguarda l’eventuale mancato incremento del fatturato per l’anno in corso.

Forse, però, bisognerebbe verificare, anche, i dati concernenti, l’aumento degli incidenti stradali verificativi nel corso del 2015, sulle tratte urbane della Regione Valle d’Aosta, perché buona parte degli automobilisti, ritenendo eccessivo e ingiustificato l’esoso pagamento del pedaggio dell’autostrada, hanno utilizzato di più la rete urbana sino a Quincinetto (prima entrata autostradale fuori Valle).

Chiaramente, il costo degli incidenti in questione, non ricade sulle società che gestiscono i raccordi autostradali, ma, ricade sulla collettività valdostana e italiana (danni alle persone, infortuni, danni agli automezzi e alla rete stradale, aumento dell’inquinamento etc. etc.), così come l’aumento dei costi dei prodotti portati in Valle tramite il trasporto su gomma.

I Consigli di Amministrazione delle Società che utilizzano, per i loro profitti, un territorio che non è di loro proprietà, dovrebbero prestare maggiore attenzione e rispetto nei confronti di chi su quel territorio ci vive. Sentire turisti e viaggiatori che si lamentano sull’esagerato costo delle nostre autostrade, non è sicuramente un bel biglietto da visita per la nostra Regione, ma nemmeno un buon giudizio per chi gestisce la nostra rete autostradale.

Bene ha fatto il Presidente della Giunta regionale a dare indicazione contraria agli aumenti, ai rappresentanti di nomina regionale nei consigli di amministrazione delle due Società.