1° OTTOBRE,AUMENTANO LUCE & GAS.

tributi

Da oggi 1° ottobre scattano gli aumenti per luce e gas. Secondo quanto stabilito dall’Autorità per l’Energia nell’adeguamento trimestrale, per l’elettricità l’aumento sarà del 3,4%, mentre per il gas del 2,4%.

 

Due i fattori portati  dall’Autorità come giustificazione sul rialzo dell’elettricità: l’aumento dei costi complessivi per l’approvvigionamento della “materia energia” che risente dei picchi di prezzo registrati sul mercato all’ingrosso nello scorso mese di luglio (+39% rispetto a giugno) a fronte di consumi di elettricità eccezionalmente elevati per il caldo record e l’esigenza di adeguare ancora al rialzo gli oneri di sistema, in particolare per sostenere i costi straordinari connessi alla fine del meccanismo di ritiro dei certificati verdi nel 2016 e i costi per gli incentivi all’efficienza energetica.

 

Per il gas si segnala un leggero calo della componente materia prima che riflette le aspettative al ribasso delle quotazioni a termine nei mercati all’ingrosso in Italia e in Europa, rendendo meno evidente quella che sarebbe la normale dinamica dei mercati al rialzo legata all’andamento stagionale dei consumi. Cali che grazie alla riforma gas dell’Autorità vengono immediatamente trasferiti ai consumatori finali, con effetti particolarmente significativi alla vigilia dei più alti consumi autunnali. La riduzione della materia prima è più che compensata principalmente dalla crescita dei costi di trasporto e della componente per la gradualità nell’applicazione della riforma gas.

 

Un aumento a nostro parere immotivato dal momento che le quotazioni petrolifere sui mercati internazionali segnano un ribasso. Sugli aumenti pesano in misura determinante gli oneri di sistema, non è pensabile e non è logico che l’imposizione fiscale, ad esempio sul gas, pesi per il 35% dei costi!

E’ necessario ridurre la pressione fiscale che attualmente è il doppio rispetto alla media Europea, e soprattutto abolire la tassa sulla tassa, ovvero l’assoggettamento all’iva delle imposte erariali e delle addizionali regionali. Smetterla di considerare il metano per il riscaldamento come un “bene di lusso “, portando quindi l’iva al 10%.